LA FAME NERVOSA INCONTROLLATA  ♀  SPIEGAZIONE BIOLOGICA E PSICOLOGICA

02.10.2021

Perché abbiamo voglia di dolce prima del ciclo

Dalla biologia alla psicologia

Durante la fase premestruale alcune donne soffrono di sindrome premestruale, i cui sintomi coinvolgono la sfera fisiologica, psicologica ed emotiva. Il sintomo più insopportabile è proprio l'attacco di fame nervosa e la voglia inspiegabile di dolce (come se non bastasse il nervosismo, l'alterazione sonno-veglia, la labilità emotiva...).

Per capire come affrontare e gestire psicologicamente questi attacchi bisogna capirne la base biologica.

Cercherò di rendere il discorso semplice.

Gli ormoni protagonisti del ciclo mestruale sono quattro. Prendiamo in considerazione due di questi: l'estradiolo (estrogeno) ed il progesterone.

- Durante il ciclo si assiste ad una inversione delle diverse concentrazioni di questi due ormoni. Nella fase luteinica* aumenta nettamente il progesterone e diminuisce bruscamente l'estradiolo

- diminuzione di estradiolo = aumento voglia di dolce.

Per capire questa correlazione dobbiamo introdurre un altro concetto, o meglio, un altro neurotrasmettitore: la serotonina.

È dimostrato che gli estrogeni influenzano la concentrazione di serotonina.

- cos'è la serotonina? È un neurotrasmettitore che ha molteplici funzioni, ma a noi interessa sapere che è implicata nella regolazione dell'umore. È quello che "ci fa stare bene", è chiamato anche ormone "del benessere".

Approfondiamo:

La serotonina deriva dalla sintesi del triptofano (è anche il precursore della Melatonina, responsabile del ritmo sonno-veglia).

Estrogeni bassi = bassa conversione del triptofano in serotonina.

In più nel sangue sono presenti alcuni amminoacidi (BCAA) che rendono proprio difficile la vita al triptofano.

A questo punto il tessuto cerebrale non assorbe triptofano in modo ottimale. Non c'è conversione in serotonina!

Sappiamo che il nostro cervello è molto intelligente e mira sempre alla sopravvivenza, quindi troverà un modo per procurarsi il necessario.

È adesso che inizia la nostra ricerca di zucchero, carboidrati, pane pasta, dolci...

Entrano in gioco gli zuccheri che, aumentando i livelli di insulina, permette a questi amminoacidi di assorbirsi.

Si torna a produrre serotonina.

Sembra tutto risolto...invece no.

Come recita una famosissima canzone: "Hai risolto un bel problema, ma poi..."

È in questa fase che entra in gioco la fame nervosa. Capire biologicamente questo particolare momento ci aiuta ad intervenire psicologicamente. Abbiamo attacchi di fame, mangiamo dolci, pane, pizza in quantità maggiori, sembriamo in preda a raptus, non riusciamo a frenarci, o comunque con difficoltà.

In questo momento ci sembra di vivere una condizione emotiva, in realtà è un semplice riflesso fisiologico.

Il cervello ci fa sentire così perché ci richiede zuccheri.

Sappiamo che gli zuccheri, oltre che a fornirci energia, hanno anche un impatto sui centri di ricompensa del cervello. Il nucleo accumbens è il centro di percezione del piacere che comincia a produrre dopamina.

Il nucleo accumbens, se viene stimolato in maniera protratta nel tempo, comincia ad essere sempre più insensibile a questo segnale. Questo vuol dire, in termini semplici, che per avere gli stessi effetti di gratificazione bisogna introdurre più zuccheri, instaurando un circolo vizioso.

Ricapitolando

Livelli ottimali di serotonina eliminano il bisogno di dolce e inoltre favoriscono il senso di sazietà.

Se però compensiamo la fame di carboidrati con prodotti raffinati come pasta, pane bianco e dolci, il bisogno sarà soddisfatto solo momentaneamente, e poco dopo ci ritroveremo in un circolo vizioso con uno stimolo insaziabile.

Torniamo alla psicologia. Reagire ai cambiamenti ormonali con sensi di colpa, sentimenti di fallimento, impotenza, serve a poco. Accettiamo di essere un pochino impotenti di fronte a questi straordinari ed impeccabili meccanismi biologici.

Possiamo però agire in contropiede assumendo cibi in grado di aumentare le concentrazioni di serotonina come il cioccolato, in quantità moderata, facendo una pausa di qualche minuto ad ogni morso, attendendo il segnale del senso di fame da parte del cervello (ci mette un po') o svolgere attività fisica, yoga, meditazione... Sarebbe opportuno rivolgersi ad un nutrizionista che si occupa anche di impostare piani alimentari per la sindrome premestruale.

Conoscendo la nostra biologia possiamo affrontare gli attacchi di fame in modo psicologicamente più efficace.


*periodo di 13-14 giorni che termina con l'arrivo delle mestruazioni detta fase luteinica.


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